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06 Apr 2016
Il lavoro si trova e si perde. E a quel punto scattano degli ammortizzatori, che però non valgono per le imprese di tutti i settori e di tutte le dimensioni. Per quei settori che non dispongono del fondo di solidarietà, per esempio, da qualche tempo è attivo il fondo d'integrazione salariale, che però fino a ieri copriva soltanto i lavoratori di imprese con più di 15 dipendenti. Adesso, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 74 del 30 marzo 2016 del decreto ministeriale 94343/2016 questa soglia si abbassa fino a 5 dipendenti. Quindi significa che per le aziende da 5 a 15 c’è una copertura in più, ma anche una contribuzione in più. Che sarà dello 0,65% per i datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti e dello 0,45% per i datori di lavoro che occupano mediamente da 5 a 15 dipendenti. Entro 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto, l'INPS andrà a individuare chi è tenuto a versare il contributo. Inoltre è prevista una contribuzione addizionale a carico dei datori di lavoro che fanno ricorso alle prestazioni, pari al 4% della retribuzione persa dai lavoratori.
A poter beneficiare del fondo saranno i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato, compresi gli apprendisti con contratto di apprendistato professionalizzante. A costoro spetterà un assegno di solidarietà, quando si tratta di dipendenti di imprese con un numero di dipendente tra 5 e 15, mentre a quelle con più di 15 dipendenti spetterà sia un assegno di solidarietà sia un assegno ordinario. Leggi tutta la notizia
Fonte: UOMINI E TRASPORTI