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13 Mag 2016

Fenoglio: ''Così il camion a guida autonoma ci salverà''

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Intervista a Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE e Presidente e AD di Italscania.

 

Il tasso di diffusione dei camion connessi nel mercato globale è destinato spiccare il volo e si prevede che entro il 2022 tutte le principali marche installeranno sui propri camion strumenti telematici standardizzati e offriranno un servizio di diagnostica remota gratuito. Secondo un’analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Global Connected Truck Market 2016 Outlook” già nel 2016 la base installata globale di strumenti telematici crescerà quasi del 13,5% l’anno.  Ma uno sguardo al futuro ce lo regala già adesso la Scania, azienda leader di questo settore. “Siamo i primi a offrire soluzioni integrate che mirano ad ottimizzare profittabilità, sicurezza e sostenibilità dell’intero sistema di trasporto”, spiega infatti Franco Fenoglio, presidente e AD di Italscania.

Quali sono i vantaggi più immediati dei cosiddetti camion connessi?
“Molto pratici: si migliorano le prestazioni delle flotte riducendo i tempi di percorrenza, i costi ed le emissioni inquinanti. Ma noi andiamo oltre, puntiamo a fornire soluzioni personalizzate per ogni possibile esigenza di trasporto, in funzione delle specifiche applicazioni e dei diversi contesti di impiego dei veicoli. La nostra tecnologia rende possibile tutto ciò".

Tipo?
“La connettività consente ai clienti di ricavare informazioni utili a localizzare la flotta in tempo reale, monitorandone accuratamente le prestazioni e lo stato di usura, analizzandone i consumi di carburante, le tratte e i tempi di percorrenza, lo stile di guida dei conducenti, e l’impatto ambientale dei veicoli in circolazione- Partiamo da un dato: sono ormai 180 mila i veicoli industriali e gli autobus Scania, circolanti nel mercato europeo, dotati di sistemi telematici per la connettività. Anche l’Italia è in prima linea in proposito. E non parliamo di futuro ma di presente perché di questi super veicoli ne abbiamo già consegnati oltre 6.500 nel nostro paese”.

Torniamo alla guida autonoma, si può dure che in questo settore siete leader della sperimentazione?
“Si, senza dubbio. Lavoriamo molto anche su un aspetto spesso ignorato, quello delle normative. Una complessità nella complessità che rischia di affossare tutto il progetto”.

Secondo lei qual è la vera innovazione del camion senza pilota?
“Direi soprattutto quello legato alla sicurezza. Il passo avanti sarà enorme da questo punto di vista, non c’è dubbio”.

I camion, nonostante tutto continuano ad essere visti come “brutti, sporchi e cattivi”, la guida autonoma potrebbe essere il riscatto?
“Si, ma va detto che la guida autonoma è solo la punta dell’iceberg di una tecnologia straordinaria che i moderni veicoli industriali già hanno. Per farle solo un esempio, dall’anno scorso abbiamo già tutti i dispositivi di sicurezza disponibili sul mercato montati di serie su tutta la gamma. Il camion di oggi è molto più avanti delle normali automobili dal punto di vista della sicurezza”.

Ma rimane il problema del parco circolante vecchio.
“Vero, il nostro parco circolante ha un’età media di 11 anni, con delle punti di 16-20 anni in alcune regioni. Parliamo di un parco circolante di mezzi pesanti di 350mila unità (oltre le 16 tonnellate). Quindi il tempo di ricambio è alto. Per abbassare questa media servono almeno 10 anni agli attuali ritmi di vendita”. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA

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