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25 Feb 2019

Amazon, in tutta la Lombardia lo sciopero delle consegne

 

Troppi pacchi e condizioni di lavoro estenuanti.

 

I driver di Amazon fermano le consegne in tutta Lombardia e protestano a Milano. Domani, martedì 26 febbraio, in piazza XXV Aprile a partire dalle 10, i corrieri dei pacchi andranno a manifestare con un presidio sotto gli uffici della sede del colosso digitale. Dalle 14 è atteso anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. "Torniamo a scioperare nella filiera di Amazon per denunciare i carichi di lavoro a cui sono sottoposti i driver che tutti i giorni consegnano i pacchi nelle case dei consumatori digitali", fanno sapere in una nota Filt Cgil-Fit Cisl-Uil trasporti. "I driver - si legge nel comunicato - sono le uniche facce che chi acquista incontra del complesso sistema di distribuzione delle merci del colosso mondiale, diventano in definitiva la faccia con la quale Amazon entra in contatto con i propri clienti, eppure oggi sono quelli sottoposti a ritmi di lavoro estenuanti, un numero di pacchi consegnati che arriva anche al doppio di quelli che mediamente consegna un driver. Un sovraccarico che mette a rischio la sicurezza dei lavoratori e la qualità del servizio offerto. Le aziende in appalto per accaparrarsi qualche rotta in più spremono i dipendenti per consegnare tutto ciò che gli è stato assegnato anche quando il furgone è colmo di pacchi. Non si prendono in considerazione le condizioni meteo, la lunghezza dei tragitti, il traffico. L'importante è consegnare tutto e velocemente".

Durante il periodo di novembre e dicembre, denunciano i lavoratori, il numero dei dipendenti assunti per le consegne dalle aziende in appalto ad Amazon è triplicato ma erano tutte assunzioni a tempo determinato. Un fenomeno diffuso nel settore. "Dopo il picco natalizio infatti decine di lavoratori e lavoratrici sono rimasti a casa. Tuttavia le quote di mercato conquistate da Amazon aumentano ma a questo incremento non ne segue un efficiente incremento del personale. Al contrario vi è un ancora troppo diffuso utilizzo di partite Iva con un unico committente. Sembra che Amazon faccia finta di non guardare alla sua crescita e 'viva alla giornata'", prosegue il comunicato in cui si fa sapere che "ad ottobre 2018 era stato raggiunto un accordo di filiera che uniformava il trattamento retributivo dei driver in tutta la Lombardia. Oltre a confermare l'applicazione del contratto collettivo della logistica, l'accordo prevede di norma un limite all'orario di lavoro giornaliero che prima non veniva rispettato. Affinché l'accordo possa essere rispettato è previsto l'installazione di timbratrici che dopo quattro mesi stiamo ancora aspettando".

E ancora: "Persiste tutt'oggi da parte di queste aziende una resistenza sulla retribuzione dello straordinario che loro stesse pretendono dai dipendenti, continui sotterfugi per aumentare la flessibilità e nessuna risposta sulle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali. A questo possiamo aggiungere i ritardi nel pagamento degli stipendi, le buste paga costantemente sbagliate, le franchigie per i danni ai mezzi utilizzate come strumento di autofinanziamento aziendale, la difficoltà delle aziende a stare dentro le regole". Filt Cgil - Fit Cisl - Uil trasporti chiedono quindi "un intervento responsabile ad Amazon sulla filiera che viene frammentata sempre di più ed un piano concreto sul carico di lavoro e sulle assunzioni per redistribuire le consegne, aumentare la qualità e costruire lavoro stabile. Perché se il futuro sarà digitale e smaterializzato - concludono i rappresentanti dei lavoratori - le persone continueranno ad essere un valore".

L'azienda respinge le accuse. “Per le consegne ai clienti - spiega in una nota con cui ribatte punto per punto alle contestazioni dei sindacati - Amazon Logistics si avvale di piccole e medie imprese specializzate. Attraverso i fornitori di servizi di consegna - si legge - gli autisti percepiscono salari competitivi e benefit. Amazon richiede che tutti i fornitori dei servizi di consegna rispettino le leggi vigenti e il Codice di condotta dei fornitori di Amazon, che prevede salari equi, orari di lavoro e compensi adeguati: effettuiamo verifiche regolari e conduciamo indagini su qualsiasi segnalazione di non conformità”. Quanto alla mole di lavoro, “il numero di pacchi da consegnare – si precisa - è assegnato ai fornitori di servizi di consegna in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro, sulla distanza che devono percorrere. Amazon assegna le rotte ai fornitori di servizi di consegna che poi le assegnano ai loro autisti sulla base della loro disponibilità”. E i contratti? "Durante l’anno la gran parte degli autisti ha contratti a tempo indeterminato - dice l'azienda - ma dati i volumi variabili della nostra attività, come ad esempio il Natale, i nostri partner ricorrono anche ad autisti con contratti in somministrazione. Circa il 90% degli autisti termina la propria giornata di lavoro prima delle 9 ore previste. Nel caso in cui venga richiesto straordinario, viene pagato il 30% in più come previsto dal contratto nazionale Trasporti e Logistica".

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA

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