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27 Ott 2020

Evasione nel settore carburanti: quasi 80 milioni di euro sequestrati e 3 arresti

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L'operazione «Free Fuel» è partita all'alba di lunedì: nel mirino una società di capitali con sede nel Veronese.

 

Le indagini contro l'evasione e le frodi fiscali principalmente nel settore dei carburanti, ha portato la Guardia di finanza di Verona ad eseguire, all'alba di lunedì, un’ordinanza applicativa di misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone e un sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per un importo complessivo di oltre 79.4 milioni di euro.

 

I provvedimenti, assunti dal Gip del Tribunale di Verona Luciano Gorra su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Stefano Aresu, sono stati emessi nei confronti di tre soggetti, due residenti nella provincia di Verona e uno in quella di Napoli, nelle loro vesti di legali rappresentanti pro-tempore e amministratore di fatto di due società veronesi che commercializzano prodotti petroliferi all’ingrosso, sospettate di aver commesso l’ingente evasione fiscale.


I tre sono indagati, in concorso tra loro, per le ipotesi di reato in materia fiscale: dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.


Provvedimenti, come detto, eseguiti dalle Fiamme Gialle, che hanno condotto poi il trio ai domiciliari, per poi procedere ad assicurare allo Stato le disponibilità bancarie delle società e i beni degli stessi indagati.

 

Le indagini hanno preso spunto dall’«analisi di rischio» del settore del commercio di carburanti nel veronese (aziende con rapido incremento volume d’affari, prezzi ribassati rispetto al mercato, anomale movimentazioni di denaro, etc.) e avrebbero permesso di individuare una società di capitali con sede nella provincia di Verona, che sarebbe stata posta al vertice di una filiera commerciale costituita da altre imprese appositamente interposte, secondo le forze dell'ordine, al fine di frodare l’IVA.


Nel dettaglio, il lavoro dei finanzieri di Verona ed i controlli fiscali svolti dal «Settore Contrasto Illeciti della Divisione Contribuenti» dell’Agenzia delle Entrate, avrebbe permesso di portare alla luce che l’amministratore di fatto e quello di diritto di una delle suddette società avevano escogitato un particolare sistema contabile per evadere l'Imposta sul Valore Aggiunto dovuta nel 2018 e nel 2019 per un importo complessivo di oltre 76 milioni di euro.

 

Questi, infatti, dopo aver ceduto il prodotto petrolifero, con uno stratagemma contabile avrebbero fatto risultare che l’IVA indicata nelle fatture di vendita, e conseguentemente incassata da diversi clienti, era stata erroneamente calcolata e quindi non sarebbe stata versata all’erario.
I militari però avrebbero accertato che le stesse società si sarebbero avvalse anche di fatture per operazioni inesistenti relative a falsi lavori di ristrutturazione immobiliare, ovvero riferite a ricerche di mercato mai effettuate (si tratta di oltre oltre 4.7 milioni di euro).
I tre arrestati rischiano ora pene che possono raggiungere anche gli otto anni di carcere.

 

Fonte: VERONASERA

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