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27 Ott 2020
Quando si immagina una soluzione di trasporto automatizzato per una città è solitamente scontato parlare di veicoli su gomma: automobili, furgoni, autobus, camion e via discorrendo. Nel mondo però vi sono alcune città in cui potrebbe essere più interessante applicare i concetti dell'automazione degli spostamenti ad altri tipi di mezzi di trasporto: pensiamo per esempio alla nostra Venezia, ad alcune città asiatche come Bangkok o a conurbazioni centro-europee come Bruges o Amsterdam.
Il trasporto autonomo è anche sull'acqua: ecco Roboat II
Ed è proprio nella capitale olandese che il laboratorio di informatica e intelligenza artificiale (CSAIL) del MIT ha completato con successo un test di Roboat II, un'imbarcazione autonoma della lunghezza di due metri. L'imbarcazione, una piccola chiatta tecnologica, è riuscita a completare un itinerario di tre ore lungo i canali di Amsterdam, ritornando al punto di partenza con un errore di posizionamento di appena 17 centimetri.
Si tratta di un progetto della durata di 5 anni, avviato in collaborazione con l'Amsterdam Institute for Advanced Metropolitan Solutions. La prima dimostrazione pubblica fu tenuta nell'ottobre del 2018 e Roboat II è la seconda versione dell'imbarcazione, con maggior capacità di trasporto merci, costruita nel contesto del progetto.
Roboat II ha un peso di 50 chilogrammi, è dotata di quattro eliche ed equipaggiata con LiDAR, GPS e una serie di sensori che le permettono di auto-governarsi sull'acqua. Il suo design è modulare e le consente di trasportare sia merci, sia un massimo di due passeggeri.
Per navigare tra i canali Roboat II si basa su un algoritmo di localizzazione e mappatura simultanea. Il controllo da remoto può quindi assegnare compiti come il ritiro di passeggeri: una volta che viene assegnato un compito, l'algoritmo traccia il percorso più adatto sulla base di parametri quali il traffico e le condizioni meteo.
Roboat II: un'imbarcazione modulare. E presto sarà più grande
La modularità di Roboat II è un valore aggiunto molto interessante in uno scenario di trasporto autonomo sull'acqua: le permette infatti di poter collaborare con altre imbarcazioni di pari caratteristiche per poter trasportare merci o persone in misura superiore a quella che sarebbe la capacità del singolo natante. E' possibile ad esempio configurare una barca come "leader" perché coordini altre imbarcazioni "follower": i ricercatori sono al lavoro con una tecnica di controllo distribuito per gestire le comunicazioni tra leader e follower. Leggi tutta la notizia
Fonte: HUPGRADE