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08 Mar 2021
Confartigianato Trasporti informa che la presidenza Unatras ha deciso di indirizzare una lettera specifica al Presidente del Consiglio Mario Draghi, a firma del Presidente Amedeo Genedani, affinché il Governo prenda in mano la situazione dei blocchi ai valichi alpini, che ostacola la libera e corretta circolazione dei nostri operatori dell’autotrasporto e danneggia l’intera economia italiana.
Di seguito la lettera.
Egregio Presidente,
UNATRAS, Unione Nazionale delle Associazioni di Autotrasporto merci, in qualità coordinamento unitario delle principali sigle associative del mondo dell’autotrasporto, non può esimersi dal portare alla Sua attenzione l’allarme dell’intera categoria in merito al perdurare delle gravi difficoltà che ormai da giorni ostacolano l’attraversamento dell’asse del Brennero, né può esimersi dal sollecitare un suo deciso intervento in proposito. L’assurda vessazione a cui le imprese di autotrasporto italiane sono soggette da settimane, sta compromettendo l’operato di un settore di importanza, ora più che mai, strategica. Non è il mero spirito corporativistico ad alimentare la nostra apprensione, è piuttosto l’interesse per le sorti complessive del Paese. Il disagio continuo e sfibrante che le nostre imprese si trovano a vivere nuoce irrimediabilmente all’intero sistema produttivo nazionale, mette a repentaglio l’approvvigionamento di beni essenziali e rischia di pregiudicare la possibilità di una ripresa economica rapida ed energica, se non vengono prese contromisure adeguate. Per questo abbiamo ragione di ritenere che il problema che Le rappresentiamo non possa e non debba passare in secondo piano o, peggio, essere ignorato.
Dal 14 febbraio scorso, a seguito del diffondersi della variante brasiliana del Covid nel Tirolo, è stato introdotto l’obbligo, per gli autotrasportatori italiani diretti in Germania, di sottoporsi al test antigenico o molecolare per poter attraversare la frontiera austriaca. Tale imposizione è scaturita da un’iniziativa presa dalle autorità tedesche e austriache in modo del tutto estemporaneo, senza concertazione né coordinamento con le omologhe istituzioni italiane, o con i rappresentanti delle categorie interessate dalle restrizioni. L’intempestività del provvedimento, che pregiudica l’approvvigionamento di beni essenziali in un momento tanto delicato come quello attuale, ci lascia francamente sgomenti. Per di più, dal 23 di febbraio, l’applicazione di una tariffa di 40 euro per l’erogazione dei test anti-Covid presso l’autoporto Sadobre di Campo di Trens, ha di fatto trasformato questo adempimento sanitario in un’ulteriore gabella che grava sui bilanci delle nostre imprese. Apprendiamo ora che l’obbligo di tampone, la cui scadenza era inizialmente fissata per oggi, si protrarrà fino al 17 di marzo prossimo.
Purtroppo, quello che si sta consumando al Brennero, è solo l’ultimo capitolo di una vicenda annosa e amara, che si trascina da anni. L’impenetrabilità dell’arco alpino è un grande nodo gordiano, o piuttosto un capestro, che soffoca l’export italiano e mina l’integrazione politica ed economica tra gli Stati membri dell’Unione Europea: un problema che assume contorni particolarmente odiosi nella drammatica congiuntura sociale, economica e sanitaria che con grande fatica e sacrificio il Paese sta affrontando.
Non disconosciamo le ragioni sanitarie che motivano le restrizioni agli spostamenti imposte dai Governi austriaco e tedesco. Come cittadini responsabili e rappresentanti di uno dei più importanti comparti produttivi del Paese, rispettiamo senza riserve l’imperativo sacrosanto della salvaguardia della popolazione dal rischio di contagio. Tuttavia, non possiamo fare a meno di domandarci che tipo di giovamento possano trarre i cittadini europei dall’intralcio al transito delle merci (tra le quali si annoverano anche beni di prima necessità, farmaci e dispositivi sanitari) nel pieno di un’emergenza pandemica. Non possiamo fare a meno di domandarci, infine, cosa trattenga il Governo italiano dall’adottare misure precauzionali analoghe nei confronti degli autotrasportatori provenienti da Austria e Germania, se davvero le ragioni sanitarie addotte sussistono. Soprattutto, non possiamo non nutrire il ragionevole timore che l’appello alla tutela della salute pubblica, occulti, in realtà, il perseguimento di obiettivi politici interessati.
Nell’esprimerLe i sensi della nostra stima, porgiamo a Lei e all’Esecutivo che Lei rappresenta, i nostri migliori auguri di buon lavoro.
IL PRESIDENTE
Amedeo Genedani
Fonte: CONFARTIGIANATO TRASPORTI