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08 Mar 2021

''Autotrasporto a punti'': in Olanda si applica dal 1 marzo

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Il sistema è stato definitivamente previsto entri in funzione in tutti i Paesi europei entro il 2021.

 

Se per le patenti il meccanismo di penalizzazione delle infrazioni consiste nella decurtazione di punti dal "gruzzolo" che ogni neopatentato ottiene e la stessa regola vale per chi fa della guida la propria professione e il meccanismo della detrazione dei punti lo subisce sulla CQC, per le imprese di autotrasporto il meccanismo, a partire da quest'anno, funzionerà esattamente al contrario.

 

La Commissione Europea, infatti, con il   Regolamento UE 2016/403 ha previsto che per alcune gravi infrazioni alle norme sull’autotrasporto (comprese quelle sui tempi di guida e di risposo degli autisti) vengano assegnati punti all’impresa che abbia la responsabilità di tali infrazioni e che quando tale impresa superasse una determinata soglia di punti (che dipende dal numero dei veicoli in disponibilità) per essa e per il suo gestore dei trasporti ( il cosiddetto “preposto”) venga meno il requisito dell’onorabilità, con la conseguenza che  le Autorità potranno sospenderne l’attività o addirittura ritirare l’autorizzazione al trasporto.

 

Si tratta di una innovazione sostanziale nel panorama dell’autotrasporto europeo e di un meccanismo che, una volta messo a regime, potrà costituire un potente elemento dissuasivo nei confronti di comportamenti che, oltre a mettere in discussione la sicurezza della circolazione, sono talvolta un indizio del ricorso a meccanismi di concorrenzialità esasperata, quando non di vero e proprio dumping, a danno delle imprese sane del settore.

 

Il sistema di “autotrasporto a punti” è stato definitivamente previsto entri in funzione in tutti i Paesi europei entro il 2021. Ora, però, la situazione inizia a muoversi e i Paesi Bassi, per primi, hanno iniziato dal 1 marzo 2021, ad applicare alle proprie imprese il sistema a punti.

 

Le infrazioni che determinato l’accumulo dei punti sono elencate nel Regolamento UE 2016/403 e comprendono diversi ambiti: oltre alle infrazioni sui tempi di guida e di riposo degli autisti, includono le violazioni sui tempi di lavoro degli autisti, la manomissione del cronotachigrafo, il sovraccarico, i limiti di velocità, le norme sul trasporto delle merci pericolose.

 

L’altra particolarità dell'"autotrasporto a punti" è che  funzionerà attraverso la messa in comune delle informazioni tra tutti i Paesi europei, attraverso specifici punti di contatto del sistema ERRU, ovvero del Registro Europeo che è costituito dall’insieme dei R.E.N. – Registri elettronici nazionali.

 

Il che significa che anche quando un’infrazione fosse commessa all’estero, essa comporterà l’attribuzione dei punti di penalizzazione da parte dell’Autorità del Paese in cui l’impresa abbia la sede legale, cui sarà comunicata dall'autorità dello Stato in cui la infrazione ha avuto luogo.

 

L’accumulo dei punti si annulla ogni due anni, ma considerando l'elenco delle possibili infrazioni, non c'è da puntare troppo su tale elemento. 

 

In Italia ancora non vi è una specifica definizione delle modalità di attribuzione di punti in funzione delle specifiche violazioni, anche se il MIT (ora MISM) ha a suo tempo elaborato ed approvato, con il D.D. 15/12/2016, la tabella di raffronto delle infrazioni previste dalla normativa dell'Unione europea in materia di trasporto su strada di cui all'allegato I del regolamento (UE) 2016/403 e la normativa sanzionatoria nazionale applicabile.

 

Tuttavia, nelle ultime settimane sono ripresi, presso la competente Direzione Generale del Ministero, i confronti per giungere, entro il termine imposto dalla UE, alla definizione, anche nel nostro Paese, dell’”autotrasporto a punti”. Ovviamente il problema è quello di trovare un meccanismo che permetta una giusta calibratura del monte punti che fa scattare la sanzione prevista dal Regolamento e dalla normativa sull'accesso alla professione - il Regolamento 1071/2009.

 

Infatti occorre che esso non penalizzi troppo la singola infrazione - cosa che penalizzerebbe le imprese monoveicolari o con pochi veicoli - ma che non sia neppure troppo lasco per assicurare una sorta di "licenza di infrazione" ai detentori delle grandi flotte.

 

Ovviamente Assotir dirà la sua e vigilerà che pur nell'intento di assicurare il massimo della regolarità del mercato,  le PMI dell'autotrasporto siano adeguatamente tutelate.

 

Fonte: ASSOTIR

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