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21 Mag 2025
Il sogno di Nikola, startup simbolo della mobilità a zero emissioni, si infrange definitivamente. Dopo il fallimento dichiarato a febbraio, l’azienda americana ha avviato la liquidazione dei propri asset: oltre 100 camion a idrogeno, componenti, attrezzature e materiali per un valore stimato in 114 milioni di dollari andranno all’asta.
Una rivoluzione mancata: i limiti della filiera dell’idrogeno
Nonostante l’innovazione rappresentata dai camion a celle a combustibile a idrogeno, il progetto Nikola si è scontrato con una realtà di mercato complessa: alti costi di produzione, infrastrutture ancora carenti e un quadro normativo incerto, soprattutto negli Stati Uniti.
Le difficoltà sono aggravate dalla recente offensiva politica della maggioranza repubblicana alla Camera, che punta a smantellare gli incentivi all’idrogeno voluti dall’amministrazione Biden.
L’asta Nikola: in vendita camion, batterie e attrezzature mai usate
La storica casa d’aste Gordon Brothers è stata incaricata della vendita. Il pacchetto include 103 camion a idrogeno Nikola completati, batterie, pneumatici, sub-assemblaggi e persino attrezzature per la produzione di idrogeno mai utilizzate.
A marzo, la credibilità dell’azienda ha subito un altro duro colpo con il richiamo del 50% dei mezzi a idrogeno già immessi sul mercato, a causa di problemi alle celle a combustibile.
Cosa succede ora: un’occasione o un monito?
L’asta non è solo un evento commerciale, ma un momento simbolico per il settore dei trasporti sostenibili. Potenziali acquirenti, come Lucid, si sono già mostrati interessati alla fabbrica e al personale Nikola.
Rimane aperta la speranza che questi asset possano rinascere in mani più solide e contribuire, seppur indirettamente, alla transizione ecologica del trasporto pesante.
Conclusione: il futuro dei camion a idrogeno resta incerto
Il caso Nikola dimostra che l’innovazione, da sola, non basta. La mobilità a idrogeno ha bisogno di investimenti strutturali, infrastrutture affidabili e un quadro politico stabile. Il sogno è ancora vivo, ma richiede basi più solide.
Fonte: GREENMOVE